Quando si decide di costruire verande, tettoie o pergolati, è necessario sapere che esistono delle regole da rispettare. Questi interventi richiedono l’autorizzazione da parte del proprio Comune, e la mancata richiesta può portare conseguenze per chi decide di costruire abusivamente, come sanzioni o addirittura l’abbattimento dell’opera costruita abusivamente.
Come sanare verande, tettoie e pergolati abusivi
Per sanare componenti abusive della propria abitazione, bisogna fare apposita richiesta al comune per poter procedere alla sanatoria e mettere in regola queste opere irregolari. Esistono casi diversi di sanatoria, in base al tipo di abuso che è stato effettuato, e casi in cui la sanatoria non può avere effetto e l’immobile non può essere portato in regola.
La Richiesta di Sanatoria
Il primo passo richiede la figura di un tecnico abilitato che dopo aver preso nota dell’abuso, ne calcola la sanzione in termini economici e presenta istanza al Comune che entro sessanta giorni deve esprimere parere favorevole e accogliere l’istanza, oppure negarla.
I costi della Sanatoria, La sanatoria automatica e la sanzione pecuniaria
Sanare verande, tettoie e pergolati abusivi, ovviamente richiede dei costi, che possono variare dai 60 ai 150 euro a metro quadro, in base alla tipologia dell’abuso.
Costruire o applicare elementi in più nella propria abitazione comporta un aumento nella volumetria dell’edificio. Come detto, la mancata richiesta al Comune per apportare tali modifiche fa scattare l’abuso edilizio, ma la legge in vigore prevede un limite di tolleranza entro il quale la sanatoria è prevista in automatico. Questo limite, tuttavia, non deve superare il 2% tra stato di fatto e progetto.
Infine, ci sono dei casi un cui non è necessaria una richiesta al Comune.
Si tratta della costruzione di verande con chiusure trasparenti amovibili, elementi che servono a migliorare le prestazioni energetiche ed acustiche, nonché a proteggere dagli agenti atmosferici e a limitare la dispersione termica dei balconi.